Situazione in Marocco

Lo Sloughi, signore dei cani e cane dei signori. Questo assioma è stato vero per lungo tempo, vero al punto da diventare un clichè: in rapporto agli animali domestici (cani comuni), lo sloughi occupava uno spazio privilegiato come lo attesta un numero indefinito di proverbi e tradizioni del mondo rurale marocchino. Daumas, citando l’emiro Abd el Kader, parla dei cuccioli sloughi allattati dalle donne. Fece conoscere la forza simbolica della “fraternità del latte” nella società maghrebina per misurare la portata di un tale gesto. Un bambino e una bambina allattati dalla stessa balia diventano fratello e sorella e non potranno mai sposarsi, pena l’incesto. Diversamente, per suggellare un trattato di pace, un gemellaggio di due tribù o villaggi, un piatto di cereali  a base di latte viene preparato, aggiungendo una piccola quantità di latte umano affinchè le parti diventino fratelli di latte, escludendo dal principo tutte le ulteriori violenze. Questa  “maternità del latte” accorda uno statuto di “quasi umano” allo sloughi.  Più recentemente, si si potevano vedere delle battute di caccia con i cacciatori che trattenevano i loro sloughi  con guinzagli improvvisati: il turbante e il copricapo, l’oggetto più nobile dell’abito e il più “tipicamente” maschile“.  Altro scambio tra l’uomo e lo sloughi era di ordine quasi religioso: lo sloughi era sovente decorato con l’henné, a titolo estetico ma anche per proteggerlo dal malocchio: una sagoma di mano di Fatima per l’esattezza, che serviva anche per cicatrizzare ferite alla pianta del piede, dopo una battuta di caccia. Fuori dallo sloughi, solo il cavallo arabo poteva essere decorato allo stesso modo, come i montoni per il sacrifico dell’Aïd el Kebir (sacrifico di Abramo). La differenza  tra lo sloughi e i cani si ritrovava nel linguaggio quotidiano: dopo la parola sloughi non segue “hachek” che equivale a “fatto salvo il vostro rispetto”. Per contro  si dice: “un asino, un cane, fatto salvo il vostro rispetto”, oppure: “le bestie, fatto salvo vostro rispetto”. Mai per lo sloughi o per il cavallo arabo. Anche il termine cambia: un cane è “Khâss”, per designare uno sloughi “Sleg”, che è costruito sulla stessa radice ternaria s-l-g.  La superiorità dello sloughi è attestata anche da questo proverbio attribuito ad uno sciacallo: “Piuttosto sette bastardi che un garretto nero”; garretto nero è il sopranome dello sloughi, che lo sciacallo teme. Il Marocco si è urbanizzato e l’immaginario urbano non riserva allo sloughi il posto che ha sempre avuto nel mondo rurale. Come tutti gli aristocratici decaduti, viene deriso pechè la sua silhouette epurata è facilmente ridicolizzabile..la sua nonchalance che diventa pigrizia, la sua magrezza,e in primis il suo lungo muso, sono materia di paragoni e proverbi, ma sempre ironici e peggiorativi (ossuto come uno sloughi, flemmatico come uno sloughi, muso da sloughi) destinati a ridicolizzare un avversario durante una disputa orale.  Diversi fatti possono contribuire a spiegare questa evoluzione. Primo, i cittadini non cacciano più, in ogni caso non con degli sloughi. Ignorano tutto di uno  sloughi in azione, di uno sloughi nel suo luogo naturale. La sua estetica estrema non puo’ essere più  azzeccata alle sue capacità. E’ dunque un oggetto di derisione come tutto quello che concerne il mondo rurale, rifiutato dai nuovi cittadini. Secondo fatto l’introduzione di razze europee come il pastore tedesco, rotweiler, bull terrier, cane corso, che hanno ribaltato la gerarchia canina e i valori che la definivano. Lo sloughi si vede relegato a cane “beldi” (di campagna), di fianco ai meticci e ai cani da pastore dell’Atlas (Aïdi). Sul loro terreno, gli sloughi sono stati  allontatati, in favore del galgo, più impressionante, più sprinter, con il beneficio dell’aura esotica o “roumi”, perchè importato dall’Europa. Infine, la legge francese del 1844 che proibisce la caccia con levriero (a vista), in vigore in Marocco sotto il Protettorato, non ancora abolita del tutto dopo l’Indipendenza. Tutti gli sloughi, salvo rari casi eccezionali, sono potenzialmente una sorgente di multe da parte delle guardie forestali.  Curiosamente, molti cittadini di tutte le età e di tutte le fasce sociali, riconoscono lo sloughi a prima vista. Ma sono anche tanti anche quelli che ti invitano a vedere uno sloughi e ti conducono fieramente attrraverso stradine e derb sino..ad un bracco o a un pointer tremante. Oggi, lo sloughi sta ritornando in auge grazie alle esposizioni e alle associazioni. Ma in città è soppiantato da labrador e pastori tedesci, nei quartieri chic, e nelle campagne  purtroppo la razza si imbastardisce senza controlli e regole precise. Questo signore dei cani che fa di tutti gli uomini un signore dimora in una semi decadenza clandestina e l’immagine del pastore nella sua cappa  di lana, circondato da qualche sloughi sul chi va là, non è altro che un cliché scomparso nel secolo scorso.

@sloughimarocco

3 thoughts on “Situazione in Marocco

  1. bellissimo paolo ! complimenti per la ricerca .. hai sempre amato i cani e si legge anche da quanto ti sei impegnato.
    baciotti dani
    la tua amica dei rottw e degli staffi 🙂

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